Tutto ebbe inizio un giorno quando, di buon mattino, in un vecchio baule antico della mia soffitta, ritrovai un vecchio manoscritto
di racconti intitolato “Digital Fabulas”, la cui prima pagina recitava:
Questa è la storia di Ioan Pairot, squattrinato maniscalco siciliano, che ebbe la cattiva sorte
di vivere secoli or sono alla corte di un potente signorotto palermitano.
Il primo dei racconti iniziava così:
Galeotta fu la telefonata col conte Andreas de los Bash, nobile discendente della casata dei Borrusi,
di origine borbonica, insediatasi a Palermo all’inizio del XIX secolo lamentante di non trovare
sul situs Webus della Protezione Civilis dell’isola Trinacria notitia circa lo tempo previstus del giorno appresso
in forma tal da essere riusata in posti altri da quel situs poco apertus.
Maniscalco scapestrato qual ero, nulla potei replicare all’illustre conte, ma il pensier
turbò quella mia notte insonne e mi accompagnò fin al mattino.
E infin cedetti per lo sfinimento, per appagar del conte il desiderio e ritornar a dormir la notte,
quieto e libero da pensier molesti a oltranza.